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Larsen | Rever | Review

Rockerilla #262 | Maurizio Marino

Davvvero strane le circostanze che portano M. Gira a produrre il disco dei torinesi Larsen.

chiamato in Italia a coronamento di uno strano "rituale2 ideato dalla band, che prevedeva la spedizione alla volta degli States, ogni primo e ventunesimo giorno del mese per un anno intero, di un cd contenente demo ed abbozzi di canzoni, Gira giunge a Torino nel 2001 e viene invitato a trattenersi per 21 giorni, giusto il tempo di realizzare l'album.

Nel tempo trascorso in Italia, Gira ammette di non aver mai visto i volti dei componenti della band e di aver effettuato le registrazioni davanti a uno schermo che celava le loro reali fattezze (che i nostri si siano ispirati ai residents? ndr).

Risultao di questa collaborazione quantomeno atipica è "Rever": lavoro dall'essenza onirica e claustrofobica capace di far convivere noise e folk apocalittico in una galleria di quadri dalla bellezza scura e inquieta (citiamo per tutte "Radial" "Mentre" "Akin") Senz'altro una delle produzioni piu' memorabili della storia della Young God

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