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Akron/Family and Angels of Light | Review

Rockerilla | Roberto Mandolini

Italian Review

DECEMBER '05
*RRRR*

Se avete preconcetti sugli split album, fatevi un regalo: ricredetevi. "Akron/Family & The Angels Of Light" è un disco incredibile, che mette semplicemente insieme due ep che già da soli farebbero urlare al miracolo. Figuratevi l'accoppiata allora. Gli Akron/Family superano se stessi, cioè fanno ancora meglio di quanto fatto ascoltare nell'esordio di qualche mese fa. Mettono in fila sette canzoni in cui i riescono a contenere la loro follia visionaria in strutture che sanno di rock urticante e classico allo stesso tempo. La coralità folk del primo brano, "Awake", viene subito schiacciata  dall'irruenza delle chitarre molto 70s di "Moment", un vero inno punk in questi tempi di iper-contaminazione. "We All Will" è il primo capolavoro dell'album, una ballata meravigliosa costruita sui glissando delle chitarre elettriche che si trasforma in un folk sghembo che frulla insieme mille riferimenti per tirar fuori un nettare dal sapore unico. In "Future Myth", un'altra vetta dell'album,  i quattro di New York si lasciano andare a quelle spettacolari divagazioni free rock che infiammano i loro show dal vivo. C'è ancora lo spazio per altre tre canzoni, e fin qui abbiamo parlato solo degli ospiti. Il padrone di casa, quel Michael Gira che ha avuto la forza e la capacità di reinventarsi dopo aver sciolto un gruppo seminale come gli Swans, si limita a regalare cinque canzoni, tra cui una splendida cover di Bob Dylan ("I Pity The Poor Immigrant") e un'altra, inaspettata, di un vecchio brano proprio degli Swans ("Mother/Father").


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