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Larsen | Rever | Review
RUMORE | Vittore Baroni
Gira ha paragonato l'esperienza di produrre i Larsen alla registrazione sul campo di riti sonori officiati da un'oscura congrega.
Suggestive metafore a parte, il secondo album dei piemontesi prende le distanze dai canonici climi gtr noise del precedente No Arms, No Legs, aprendosi ad arcane situazioni in cui convivono studiati rumorismi e languidi brandelli melodici, con ampio uso di strumenti etno-acustici ( banjo, flauto, fisarmonica, etc...). Richiami al classico approccio industrial persistono in tracce tese e martellanti come Radiale e Maya mentre la recitazione (non solo) nella ns lingua di Silvia Grosso ispira inevitabili confronti con quanti hanno finora tentato di sposare gioventù sonica e canzone d'autore. A rendere singolare e prezioso il lavoro è però soprattutto il ruolo determinante svolto dall'improvvisazione collettiva nel pervenire alle forme fissate su nastro, un'interazione di blocchi prestrutturati e libere esplorazioni che ha fruttato un suono misterioso, introspettivo ed evocativo.